Don Francesco Iannone è il nuovo Rettore del Seminario Vescovile di Nola

Nella memoria di santa Teresa di Gesù, Vergine e Dottore della Chiesa, Sua Ecc. Mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola,  ha nominato monsignor Francesco Iannone, Rettore del Seminario Vescovile di Nola.

Don Francesco Iannone, classe 1963, è Vicario Episcopale per la formazione del Clero e Parroco dell’Annunziata in Quadrelle.

Ha conseguito la Licenza in Teologia Dommatica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e il dottorato alla Pontificia Facoltà Teologia dell’Italia Meridionale, con una tesi sul Concilio Vaticano II e le religioni non cristiane (Prefazione del cardinale W. Kasper, Cittadella editrice).

Attualmente è docente di Teologia Dommatica e Direttore dell’Istituto Superiore Interdiocesano di Scienze Religiose “Giovanni Duns Scoto” di Nola-Acerra.

Dopo la nomina del Vescovo, abbiamo raccolto la prima dichiarazione del nuovo Rettore:

“Sento di dover ringraziare il Vescovo per la fiducia. La sfida è grande ma anche entusiasmante.  Diventare Rettore del Seminario e responsabile del centro diocesano vocazione in quello che è un vero cambiamento d’epoca, come ripete il Papa, è una sfida forte e entusiasmante. Non parto da zero, grazie a Dio! Il lavoro del caro don Gennaro e di tanti parroci della diocesi mi consegna nove giovani in cammino e dinamiche di coinvolgimento belle e condivise. Del resto però il calo vocazionale è un fatto che non possiamo nascondere.

Non credo sia solo un problema sociologico. Somiglia più al sintomo di una malattia della quale trovare una cura. Un tempo dove risuona forte l’invito a chiudersi, difendersi, scansare ogni prova, immunizzarsi contro la vita non è sicuramente un tempo nel quale può fiorire la vita – e la vocazione – che ha bisogno di aprirsi, entrare in contatto, affrontare le sfide, correre alcuni rischi. La nostra società è da evangelizzare di nuovo come è da evangelizzare il cuore di ciascuno, sempre, per riscoprire la gioia della dedizione all’altro stabile e fedele, contro ogni esaltazione del provvisorio e dell’esperimento. E questo coraggio lo dà un rinnovato senso di Dio e della speranza cristiana”

 

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